Babalù

 

Babalù è un gruppo che nasce a Potenza nell'estate del 2009 sulla base di un progetto che mira alla continua fusione di sonorità, dal reggae all'hip hop, dal roots al dub.
I pezzi vengono arrangiati e registrati negli home studio “CasaLunatica e Euphonica”, ma in realtà è proprio in questi alchemici mondi che i brani prendono vita.
I testi nascono dalle mani di Gianluca Sanza (voce e dub master) e Ramon Perez Batista (voce e percussioni), spesso partendo da un groove di batteria o più semplicemente da qualche accordo di chitarra, e poi vengono arrangiati con l'apporto di Rocco Sante Sabia (chitarrista, fisarmonicista e cori), Peppe Russo (basso) Fabio Sabato (batteria) e Alessio Guacci (tastiere e programmazioni).
I brani trattano tematiche sociali attuali, a volte raccontano di vita vissuta e spesso sono riflessioni intime e profonde.
La fusione dell'elettronica con gli strumenti acustici esalta il sound della band, dando risalto alla ritmica del basso, della batteria e delle percussioni, e questo crea un solido supporto alla metrica del canto.
Nel 2011 i Babalù vincono il premio "miglior testo" al concorso nazionale "musicultura" (ex premio Recanati) con il brano "mio fratello è pakistano".
Alla fine del 2013, con un cambio parziale della formazione, si rivoluziona non solo lo stile di scrittura, abbandonando il dialetto utilizzato nel primo lavoro "battito stabile", ma anche lo stile musicale, discostandosi dalle sonorità tradizionali del meridione
e inserendo, oltre al ritmo reggae/dub, sfumature latine grazie all'apporto del percussionista cantante cubano Ramon Perez Batista.
Il progetto Babalù ha uno scopo ben preciso, quello di mettere in un calderone, come facevano le streghe e i maghi, tutti gli ingredienti magici che appartengono alla musica. Dai ritmi reggae/dub alle sonorità elettroniche del dub step fino alle metriche hip hop.
Una vera e propria pozione magica, ricca di elementi, di parole e sound.
I testi prendono spunto dalla vita quotidiana, quella delle strade degli amori, dei bimbi che vanno sullo scivolo, dai piatti di pasta dalle cose più semplici. Un viaggio virtuale tra le case e le persone, la VITA. Ecco la parola giusta “la vita”, quella di tutti i giorni, quella che appartiene ad ognuno di noi, e che giorno dopo giorno riesce a stupirci con fatti di cronaca o con una scoperta sensazionale, la ricchezza e la povertà, il bianco e il nero.